domenica 13 maggio 2012

Qualche aggiornamento...


Bambini della scuola della missione di Atchanvé, Togo, Africa
Ora vado a scuola praticamente tutti i giorni, la mattina e poi di nuovo il pomeriggio. A pranzo torno a casa e vado anche un po’ a letto, sono le ore più calde...

Sto per lo più alla scuola materna, con i bambini di suor Colette, che sono quelli dell’ultimo anno... ho preparato un po’ di cose da fare insieme a loro, più che altro sul pregrafismo. E' che qui c’è tutto un altro modo di insegnare, io non mi ci trovo molto e lo devo ancora capire... a partire dalla verga con cui picchiano i bambini quando sbagliano... a questa credo che non mi abituerò mai e mi fa sempre male... ma non posso farci niente, è il loro modo. 


Però posso fare diversamente, e io con i bimbi faccio come so fare io! Cioè mi metto insieme a loro... praticamente hanno bisogno tutti: su venti bambini ce ne sono tre o quattro che brillano, gli altri arrancano tutti. Allora faccio dei piccoli gruppi, come facessi il sostegno o il potenziamento... ma funziona... e poi ogni giorno mi invento qualcosa... oggi hanno fatto i mezzi di trasporto, io li ho disegnati alla lavagna, mentre loro li dicevano... poi, il pomeriggio mi sono messa in terra e gli ho fatto fare l’aereo, caricandoli sui miei piedi... si sono divertiti un sacco... non sono abituati a queste cose, non sono abituati a un sacco di cose... e poi dobbiamo anche tenere conto che loro parlano un’altra lingua e a scuola si impara in francese, quindi è tutto ancora più difficile... per forza fanno fatica, poverini!

Anche io non li capisco, e loro non mi capiscono... ripetono quello dico... oggi quando mi sono montati tutti addosso ho cominciato a dire “aiuto!!” e loro invece di spostarsi urlavano “aiuto!” insieme a me... stanno imparando a dire “Ciao”, fanno “ok” con il dito - è il mio gesto per dire bravo - quando fanno bene una cosa... e poi chiamano il mio nome in continuazione, mi stanno sempre appiccicati, vogliono essere presi in collo, ma non sono abituati a starci... oggi per la prima volta Grace, una delle mie più affezionate (perché a volte è come avere il fan club: passiamo con la macchina e i bambini sul bordo della strada smanettano urlando “Vania”)... Grace, oggi, è venuta in collo e poi si è un po’ accoccolata... ma sembrava non sapere neanche lei cosa faceva...

E poi hanno tutti delle storie familiari assurde, che io ancora non ho capito bene: dai gemelli la cui mamma è morta per parto e che si sono divisi tra parenti, a chi non ha babbo, chi non ha mamma... poi qui c’è la poligamia, quindi un casino di prime, seconde mogli, stesso babbo, mamma diversa, stessa mamma babbo diverso... non ci capisco niente... quindi per forza anche loro sono un po’ storditi!

Io li chiamo i “bimbi sperduti”, perché sono così... arrivano a scuola da soli, vanno a casa da soli... loro arrivano alle tre, io a volte arrivo un po’ dopo, e ne trovo sempre qualcuno per strada da recuperare e portare con me.

Domattina dovrei andare alla scuola materna di un villaggio vicino, di cui suor Colette è comunque direttrice... così vedrò altri bambini...

Poi vi racconterò...


Vania

1 commento:

  1. Grazie Vania,
    per questa descrizione di realtà. Dura e molto umana, originaria e vicina alle radici di qualunque dolore-sballottamento interiore di noi Yavò.

    Puoi fare tanto, proprio perchè sei lì. E la differenza benevola che lasci resterà incisa. Oltre tutti i loro naturali, ingenui, "non sapere, non comprendere".
    Le parole del cuore hanno un codice di gran lunga più forte di quello linguistico!!!!

    Procedi sicura e splendida come sei!!! Un bacione dall'Italia : )

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