domenica 16 dicembre 2012

Progetti concreti


Cari amici,

ho riflettuto a lungo, ogni giorno mi domando cosa posso fare per aiutare questa gente, ogni giorno mi scontro con la mia piccolezza, con la mia impotenza ed inutilità.
Spesso mi ricordo di voi, del vostro affetto, della vostra vicinanza, del vostro sostegno, che in tutti questi mesi non mi è mai mancato e che mi fa continuare ad andare, a continuare sul cammino, ad inventare un pezzetto di storia...

Prima di partire molti di voi mi sono stati vicini, in modi e maniere diverse, e in molti mi avete affidato il vostro denaro, per poter fare qualcosa per questa gente.
Ho cercato di utilizzarlo al meglio, ho fatto molta fatica all’inizio a capire in quale modo si possa aiutare, chi sono le persone che veramente hanno bisogno, chi ha più bisogno e di cosa. Come fare per non ferire l’orgoglio e la dignità di questa gente... in tanti mi avete chiesto come e cosa fare per essermi d’aiuto... ci ho pensato, ci ho pensato tanto...
c’è bisogno di tutto, e al tempo stesso ci sono delle priorità.
Ho avuto bisogno di tempo, mi rendo conto che soltanto adesso comincio a capire alcune cose, come funzionano, cosa ci sta dietro il comportamento o gli atteggiamenti delle persone.
Così ho pensato di proporvi dei progetti concreti, qualcosa di molto reale, tangibile, qualcosa che si possa realizzare subito, facilmente, in poco tempo.
Ho tanti pensieri nella testa ed è difficile concretizzare, ma per il momento vi propongo questo...

UN ANNO A SCUOLA

Un anno di scuola per un bambino in Togo

Stando a scuola e aiutando Suor Colette a fare i conti della direzione mi sono resa conto che molte famiglie non riescono a pagare la scuola... “l’écolage” è la somma da versare per frequentare la scuola, sono 3000 FCA e si possono pagare in tre tranche, una per trimestre.
Spesso all’ultimo trimestre i bambini vengono rimandati a casa perché non hanno pagato e molti non ritornano.
L’anno scorso ho utilizzato il denaro che qualcuno di voi mi aveva affidato per pagare l’écolage di una decina di bambini, per poter permettere loro di sostenere gli esami finali e passare nella classe successiva.
Le altre spese da sostenere sono quelle dell’uniforme, più la fornitura, libri e quaderni... qua si utilizzano due soli quaderni per tutto l’anno, almeno per le prime due classi.. e poi la lavagnetta e i gessetti... le penne, i colori, la gomma e il righello... il corredo scolastico è veramente povero in confronto ai nostri, essenziale.
Ho fatto un po’ di conti, ho cercato di mettere dentro tutto il necessario, facendo avanzare un po’ di soldi per le “emergenze” e ho visto che con 120 euro italiani si può permettere ad un bambino di restare a scuola per tutto l’anno... sono 10 euro al mese.
Soprattutto sono i bambini delle classi più alte che rischiano di non venire a scuola, perché se non riescono e vengono bocciati i genitori fanno fatica a pagare, non vedono l’importanza dell’istruzione... e dal loro punto di vista hanno ragione, non serve a molto per vivere in questo villaggio, è meglio imparare a lavorare bene il campo, è la terra a dare da mangiare, non i libri...
Ma io ho visto molti bambini intelligenti, e credo che sia giusto dargli un opportunità...
Quindi se qualcuno di voi se la sente di “adottare” l’istruzione di un bambino di Atchanvè, ecco un modo concreto per farlo...
Sappiate che forse questo denaro è sprecato, forse i bambini della nostra scuola non andranno molto più in là di dove sono i loro genitori... probabilmente le bambine resteranno incinte a poco più di 15 anni, e i ragazzi continueranno a lavorare la terra dei loro padri, ma avranno un po’ più di dignità, conosceranno il francese, sapranno leggere e scrivere, potranno un po’ difendersi...
Io credo che ne valga la pena... per noi è scontato, non ci domandiamo neanche se i nostri bambini andranno a scuola oppure no... ma qui niente è scontato...
Per i nostri bambini è normale, è anche una seccatura, un dovere, qualcosa che pesa... per questi bambini è qualcosa in più...
Ecco, un progetto concreto...



UNA VITA CHE NASCE…

Bambino appena nato in Togo che ha bisogno di vaccini

Vi ho già parlato della salute ad Atchanvè... stando al dispensario ho capito tante cose che prima non capivo... ho anche smesso di arrabbiarmi per le storie che mi raccontano, ma ho cominciato a vedere le cose dal punto di vista della gente... mi sono messa dalla loro parte, ma avevo bisogno di tempo, di restare qui, di camminare sulle loro strade, e di sedermi nelle loro case...
Ho anche cominciato a riconoscere quelli che veramente non possono farsi curare, che vorrebbero ma non hanno i mezzi, da quelli che non vogliono perché non ci credono, perché non ritengono la salute una cosa importante o perché non danno importanza ad una vita, soprattutto la vita dei bambini che devono ancora nascere.
Ho riflettuto, sono mesi che rifletto, il cervello mi si sta un po’ consumando...
Ho parlato molto con Suor Jacqueline, la suora infermiera responsabile del dispensario, sono restata insieme a lei durante le consultazioni e le vaccinazioni e questo mi ha permesso di conoscere le situazioni e di imparare a riconoscerle...
Ho capito subito che ci sono delle priorità e che la salute non è prioritaria... ho capito anche che qui si accetta molto di più quello che viene, così come viene... così la vita e così la morte...
Non si investe su una nuova vita... non ci sono gravidanze programmate, da programmare o da evitare... i bambini arrivano così, e così spesso se ne vanno...
Spesso le donne partoriscono in casa, che qui vuol dire capanna di fango, con tetto di paglia... con tutti i rischi che comporta... alcune scelgono così, per tradizione, per mentalità, per ignoranza... altre non possono scegliere...
Allora vorrei fare qualcosa per quelle donne che non possono scegliere, per le mamme che ci tengono alla vita che portano in grembo ma non hanno i mezzi per proteggerla e per tutti quei bambini che non hanno scelto in quale parte di mondo nascere, se in questo buco di mondo africano o in una attrezzatissima clinica dall’altra parte del globo...
Mi sono messa a tavolino con Suor Jacqueline e abbiamo fatto i conti: quanto costa una vita che nasce?
A partire dalla Consultazione Prenatale (CPN), il parto al dispensario, il monitoraggio della crescita del bambino e le vaccinazioni... abbiamo messo tutto insieme e tutto questo non costa più di 30000 CFA, 45 dei nostri euro arrotondati.
Ho voglia di spiegarvi nel dettaglio a cosa servono questi soldi: abbiamo fatto i conti cercando di arrotondare per eccesso, per poter coprire quelli che possono essere degli imprevisti...
Carnet sanitario dei neonati in Africa
Quando una donna arriva per la CPN deve comprare il libretto e se non ce l’ha uno dei carnet che utilizzano tutti i malati... ogni mese viene e deve pagare i guanti per la visita e il kit per fare le analisi dell’albumina... se è la prima gravidanza, o se non è stato fatto prima, viene fatto l’esame per vedere il gruppo sanguigno e l’RH della mamma... poi spesso durante la gravidanza ci sono malattie varie da curare, soprattutto la malaria e le infezioni vaginali, che minacciano la vita del bambino...
Il libretto della CPN costa 1500 CFA, le analisi di base costano 3600 CFA; a questi abbiamo aggiunto 5000 CFA per le spese mediche e per la zanzariera, in modo da proteggere un pochino di più la mamma e poi il bambino... c’è un programma che prevede di vendere le zanzariere alle donne incinte e ai bambini sotto i 5 anni ad un prezzo ridotto (500 CFA).
Abbiamo poi calcolato quanto costa il parto, cercando di mettere dentro tutti medicinali che vengono prescritti al momento della nascita.. di solito qui si danno gli antibiotici a tutti, per proteggere neonato e mamma dalle infezioni, viste le situazioni igieniche in cui vivono... abbiamo fatto una media e abbiamo arrotondato per eccesso a 15000 CFA...
Libretto di crescita del bambino in Africa
Fare la CPC (Controllo e Promozione della Crescita) prevede di comprare il carnet per il bambino, la carta delle vaccinazioni, il termometro, i mutandoni per pesare il bimbo... il tutto può stare dentro la somma di 5000 CFA.
Ecco qua i 30000... i nostri 45 euro che bastano per i primi due anni di una vita... 45 euro in due anni sono poco meno di 2 euro al mese...
Madre Teresa di Calcutta diceva: “la vita è la vita, difendila”... mi è sempre piaciuta molto questa frase, credo ci siano tanti modi di difendere la vita, e credo che questo che vi ho presentato sia uno dei migliori...
Vi saluto con la foto di Béatrice.. è la prima neonata che ho conosciuto ad Atchanvè, è nata pochi giorni prima del mio arrivo e si è presentata alla prima CPC a cui ho partecipato.. la sua mamma è fedele e viene ogni mese, ed io ogni mese la vedo cambiare e crescere.. Béatrice che cresce mi dice del tempo che passa, mi dice che non sono arrivata ieri.. che passano i giorni, passano i mesi..
la vita che nasce, se sostenuta e protetta, cresce.. e diventa grande...


bambina africana appena nata



Vania

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un segno del tuo passaggio qui.